bocca

Gli occhi gestiscono lo spazio, fornendo al nostro corpo le informazioni che ci consentono di agire (Berthoz, 1997).

Sembra un’affermazione banale, ma, ci avete mai riflettuto seriamente?

Circa l’80% del nostro cervello, interviene nei processi visivi; un esempio? La frase “mangiare con gli occhi”; Pensate infatti a quante sensazioni si attivano, quando semplicemente osservate una bella torta esposta in vetrina: aumenta la salivazione, vi sembra quasi di percepire l’aroma degli ingredienti, apprezzate la consistenza (soffice o croccante) del dolce quasi vi sfiorasse le labbra, ne immaginate il sapore, la temperatura ecc. eppure… siete semplicemente di fronte ad un vetro.

In genere, nel corso di una visita odontoiatrica, tra le varie osservazioni, carie, rx, mucose orale, ecc … l’esame del paziente consiste anche nel valutare l’occlusione, nella palpazione delle articolazioni temporo mandibolari e dei muscoli correlati alla funzione masticatoria.

E’ d’obbligo notare che, essendo la nostra postura determinata da un meccanismo di “stimolo-risposta”, il corpo attua in riferimento agli stimoli che gli giungono, sia dall’ambiente esterno, che dall’interno, la presenza di un “grande capo” , il Sistema Tonico Posturale.

Quest’ultimo, per dirigere l’ enorme flusso di informazioni da e per il corpo, a fronte di chiari obiettivi (quale, il mantenimento dell’equilibrio, da fermi ed in movimento), deve avvalersi di svariati “sottoposti”, ossia di due tipi recettori, gli Esterocettori e gli Endocettori, i quali mappano il corpo “dalla testa ai piedi”. I recettori fondamentali sono: muscoli, tendini, articolazioni, nonché l’ orecchio interno, la pianta plantare e, non ultimi per importanza, gli occhi e la bocca.

Numerose e quotidiane evidenze cliniche, hanno dimostrato che un problema a carico del complesso orale, può ripercuotersi a livello dell’apparato muscolo-scheletrico, e viceversa.

Ne sono dimostrazione, i cosiddetti “pazienti con sindrome posturale”; soggetti apparentemente sani, che accusano una sintomatologia algico-disfunzionale caratterizzata dalla comparsa di un solo, o di una combinazione di svariati sintomi, frequentemente sottovalutati dai pazienti stessi, spesso trattati in maniera aspecifica, ( utilizzo di antidolorifici che, però, non curano la o le cause del problema.

Si noti inoltre che periodi di acutizzazione dei sintomi, si alternano, talvolta, a momenti nei quali si affievoliscono e per cui vengono considerati “funzionali” (ossia, il paziente stesso ritiene che sia “normale” averli), questi sintomi talvolta vengono giudicati di natura psicosomatica, o psicotica.

Sebbene la condizione lamentata dai pazienti vari da un individuo all’altro, ecco alcuni tra i sintomi che più frequentemente, isolati od in contemporanea, sono alla base delle sensazioni di malessere e di instabilità soggettiva :

  • cefalea (mal di testa)
  • Vertigini
  • Ipoacusia (diminuzione dell’udito) acufeni (percezione di fastidiosi suoni, quali rumori e ronzii, in realtà inesistenti), otalgia (dolore alle orecchie)
  • Torcicollo e cervicalgia, dorsalgia, lombalgia, sciatalgia (dolore al collo ed a tutta la schiena, a fianchi e gambe)
  • Brachialgia (dolore alle braccia)
  • parestesie agli arti (alterazioni della sensibilità a gambe e/o braccia)
  • problemi di equilibrio, difficoltà alla deambulazione (camminare), astenia (stanchezza, affaticabilità).

Disfunzioni a carico dell’articolazione temporo – mandibolare (ATM), si hanno quando i muscoli coinvolti nella masticazione e l’articolazione, non lavorano in maniera sincrona.

In caso di anomalia, si associa frequentemente una malocclusione, ossia un errata intercuspidazione tra i denti delle arcate superiori ed inferiori.

Sono varie, le cause che possono condurre a queste situazioni: oltre a quelle “meccaniche” (incidenti stradali, colpi di frusta, cadute ecc), figurano: trattamenti odontoiatrici e/o ortodontici non eseguiti correttamente (quali: protesi dentarie scorrette, trattamenti eseguiti senza il rispetto dell’altezza fisiologica, otturazioni, l’estrazione di un dente del giudizio, così come un’estrazione senza la sostituzione del dente mancante), focolai infiammatori del cavo orale.

Disarmonie craniali o dentali, inducono il corpo ad attivare adattamenti posturali compensatori (es. tenere la mandibola in posizione anomala, al fine di migliorare l’occlusione ,alzare od abbassare una spalla e/o il bacino ecc). tutto questo al fine di creare nuovo equilibri, generando, purtroppo, i numerosi e continui stati dolorosi e di malessere.

Ricercare, in questi disturbi, una stretta correlazione fra occhi e denti, in particolare sospettare di un’alterazione della visione binoculare, ossia della capacità di usare i due occhi insieme e contemporaneamente, risulta fondamentale quando il paziente afflitto da sindrome posturale lamenta:

  • Disturbi di convergenza oculare (fusione sensoriale – ossia di percezione, e motoria – ossia di fissazione)
  • Eteroforie (deviazioni oculari) scompensate
  • diplopia (visione doppia)
  • offuscamenti visivi
  • senso di tensione o dolore ai bulbi oculari, lacrimazione
  • disturbi visivi, quali: bruciore agli occhi, cefalea, problemi di equilibrio in bicicletta, difficoltà a leggere in auto, stanchezza oculare con bruciore agli occhi soprattutto serale , nervosismo serale, disagio in luoghi affollati, difficoltà di guida al crepuscolo e nel valutare le distanze , nausea, goffagine (tendenza a sbattere contro ostacoli, angoli dei tavoli), Sensazione di instabilità e disagio a camminare su terreni sconnessi.

In riferimento al rapporto occhi-bocca, ecco che assumono particolare importanza i disturbi della convergenza oculare, cioè l’incapacità di seguire e mantenere, con entrambi gli occhi contemporaneamente, la fissazione su un punto che si avvicina alla radice del naso; la convergenza può allora essere insufficiente, od asimmetrica (un occhio mantiene la fissazione, mentre l’altro devia).

Quando il paziente, a causa di un’alterata visione binoculare, assume una Posizione Anomala del Capo (PAC) mantenendo, ad esempio il capo inclinato, provoca la deviazione della mandibola da quel lato (per la forza di gravità), con asimmetrico stress sulle articolazioni temporo-mandibolari.

Ma non è tutto: l’inclinazione del capo (laterocolia) e del tratto cervico dorsale, si accompagna ad una torsione del cingolo scapolare (ossia delle spalle), con una spalla più altra e una limitazione di tutti i movimenti del collo (S.Salteri).

E’ quindi necessario, un approccio multisciplinare; ossia, è auspicabile, che le informazioni rilevate da ciascun professionista sanitario nel corso della sua valutazione (sia essa odontoiatrica, ortottica, neurologica, fisiatrica, fisioterapica, podologica ecc), siano messe in comune, come fossero tessere di un puzzle, in modo da creare un quadro complessivo sullo stato di salute del paziente alla ricerca dei sintomi, e delle cause, del suo stato di malessere.

Di seguito, i risultati di alcuni lavori scientifici;

Cuccia e Caradonna, riportano che, in soggetti adulti, affetti da alterazioni dell’ articolazione temporo-mandibolare (ATM), è possibile rilevare alterazioni della visione binoculare, quale una riduzione nella convergenza (p < 0,023), quando paragonati a soggetti di un campione sano.
Monaco, Streni e Marci, hanno confrontato un campione di 48 soggetti con problemi all’ATM che lamentavano dolore e disfunzione a livello dell’apparato stomatognatico, con un campione di controllo sano. I risultati ottenuti hanno dimostrato: una convergenza oculare alterata (nel 48% dei casi) , ed una convergenza fusiva insufficiente (nel 28% dei casi), tra i pazienti odontoiatrici; parametri invece nella norma (p < 0,001) , nel gruppo di controllo.

E la situazione diviene ancora più delicata, quando si tratta di soggetti in età evolutiva. 

Silvestrini, Biavati e collaboratori, sottoponendo ad esame dentale-occlusale, ortottico e posturale, un campione di 605 bambini iscritti al terzo, quarto e quinto anno di scuole primarie di Genova (8-9-10 anni), hanno evidenziato un’occlusione patologica in circa il 13% dei bambini e che, tra questi ultimi, prevalgono anomalie verticali dell’occlusione (rispetto ad altri difetti occlusali), e che queste, si correlano lievemente con l’occhio dominante. Inoltre, le variabili posturali ortottiche, osteopatiche ed occlusali, sono spesso risultate clinicamente associate.

Ecco quindi che la riabilitazione ortottica, progettata ed effettuata dall’ortottista, nel rispetto delle Professionalità altrui, e sulla base del quadro clinico dello specifico paziente, co- partecipa al processo di “riprogrammazione” del sistema posturale dell’individuo, tramite il trattamento dei disordini visuopercettivi.

 

Infatti, per mezzo di esercizi oculari e visivi che stimolano la propricezione, la rieducazione visiva è finalizzata alla stimolazione della convergenza oculare e, ad un miglioramento della stabilità della visione binoculare.

Nel contesto sanitario, quindi, indipendentemente dalla Professione che si esercita, l’ approfondire le relazioni : visione – apparato masticatore , postura – motricità oculare coniugata – movimento , equilibrio statico – dinamico, in un contesto di prevenzione, nonchè di rilevamento e trattamento precoce dei segni di alterazione, è fondamentale per tentare di garantire, ai pazienti che afferiscono ai nostri ambulatori, un accettabile stato di benessere.

 

Come sempre il cavo orale deve essere inquadrato nel sistema “corpo” e non avulso da esso, principale obiettivo dell’Accademia Italiana Ricerca Orale.

Si ringrazia

 

Dott.ssa Silvia Tito

Ortottista ed Assistente in Oftalmologia

 

 

BIBLIOGRAFIA:

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