Bruxismo

Nonostante i numerosi case report, gli articoli scientifici, l’evidenza per il trattamento del bruxismo è ancora bassa. Sono state diverse modalità di trattamento (tecniche comportamentali, dispositivi intraorali, farmaci, e stimolazione elettrica le più usate) ma i risultati variano in base agli autori.

Questo articolo cerca di fare chiarezza sull’argomento basandosi sulla revisone della letteratura.

La prima valutazione del paziente si pone come obiettivo la distinzione tra bruxismo diurno o notturno, inoltre deve essere valutato se è un bruxismo primario o secondario (es. da farmaci). Una polisonnografia è necessario solo in pochi casi di bruxismo notturno , soprattutto in presenza di apnee notturne.

Consulenze in materia di tecniche di rilassamento sono state suggerite come il primo passo per l’intervento terapeutico, queste tecniche vengono generalmente considerate non nocive, nonostante la bassa evidenza della loro efficacia.

I bite occlusali hanno successo nella prevenzione dei danni dentali (abrasione )

e modifica i rumori associati al bruxismo notturno, ma i loro effetti sulla riduzione del bruxismo alla valutazione elettromiografica (EMG) si sono rivelati transitori.

Nei pazienti con comorbidità psichiatriche e del sonno, l’uso acuto di clonazepam di notte è stato segnalato per migliorare il bruxismo notturno, ma in assenza di studi in doppio cieco, randomizzato, il suo uso nella pratica clinica generale non può essere raccomandata. Forme gravi di bruxismo possono interferire con l’eloquio, il masticare, o la deglutizione. In questi pazienti, iniezioni di tossina botulinica nei muscoli masticatori possono diminuire il bruxismo per un massimo di 1-5 mesi, migliorare il dolore e le funzioni mandibolari.

Il bruxismo è una condizione patologica che ha sollevato l’interesse in odontoiatria e la ricerca neurologica negli ultimi 10 anni, con oltre 1200 articoli pubblicati in MEDLINE. Gli studi sulla prevalenza, sui fattori di rischio, sulla fisiopatologia e le nuove terapie sperimentali hanno avuto importanti ripercussioni sulle decisioni terapeutiche.

Recentemente, una commissione di esperti internazionali ha ridefinito come l’attività muscolare della mandibola ripetitiva caratterizzata da stringere o digrignare dei denti può verificarsi durante la veglia (bruxismo diurno) o durante il sonno (bruxismo notturno).

Il bruxismo diurno è generalmente visto come una risposta a stress o ansia, mentre il bruxismo notturno è correlato ad una attività ritmica masticatoria generalmente associata a risveglio (dal sonno).

Sia il bruxismo diurno che notturno sono sub classificati come primari, se invece sono correlati a qualsiasi altra condizione medica, presenza di disturbi neurologici o terapie farmacologiche viene indicato come bruxismo secondario.

La prevalenza del bruxismo notturno coinvolge circa l’8 % della popolazione adulta.

Per quanto riguarda il bruxismo diurno, le ricerche evidenziano come circa il 20% della popolazione generale sia consapevole di avere fenomeni di bruxismo,con predominanza nel sesso femminile. Non vi sono dati disponibili in relazione alla prevalenza del bruxismo secondario.

Bruxismo primario

Una gestione efficace del bruxismo diurno primario non risulta semplice. Dal momento che un aumento dei livelli di ansia e sintomi di somatizzazione sono stati riportati in questi pazienti, modifica di abitudini viziate e terapia di rilassamento sono stati proposti per essere adeguata (alcuni dati indicano come oltre nel 70 % dei casi lo stress sia la causa del bruxismo diurno) .

Viceversa vari protocolli sono stati eseguiti per studiare l’efficacia dei diversi trattamenti nella riduzione dell’attività di bruxismo durante il sonno. La maggior parte di queste terapie ha mostrato risultati eterogenei . I trattamenti valutati sono i seguenti :

1- le misure di terapia del sonno in combinazione con tecniche di rilassamento

2- bite

3- terapia farmacologica

4- stimolazione elettrica muscolare

Bruxismo associato a disturbi neurologici

Il bruxismo è stato documentato nel contesto di alcuni disturbi neurologici. Clinicamente presentano esordio acuto di gravi digrignamento dei denti che si verifica principalmente durante il giorno. Utile allertare il medico di riferimento circa l’eziologia secondaria di questa forma di bruxismo.

La gestione del bruxista neurologico si concentra sul miglioramento della masticazione, del parlare e sulla deglutizione, che sono generalmente compromessi, e per alleviare i sintomi del dolore orofacciale. L’uso di occlusali e di farmaci per il trattamento della malattia di base può aiutare il paziente a controllare il suo bruxismo.

 

In assenza di un trattamento causale, la gestione del bruxismo è concentrata a prevenire la progressione dell’usura dentale, ridurre il suono derivante, migliorare i dolori muscolari e la disfunzione mandibolare nei casi più gravi. Counselling comportamentali, bite, farmaci, e la stimolazione elettrica (elettromiografia)hanno mostrato risultati eterogenei.

Attualmente non esiste univocità nelle terapie del paziente bruxista, ma risulta fondamentale il suo inquadramento al fine di definire il quadro diurno/ notturno e se primario o secondario.

 

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online 2016 Feb 20. Current Treatments of Bruxism Marc Guaita, DMD, PhD and Birgit Högl,