batteri orali

La stomatite aftosa ricorrente è una delle più comuni patologie della mucosa orale, con una prevalenza nella popolazione generale superiore al 20%.

Si caratterizza per la comparsa di ulcere singole o multiple ricorrenti e molto dolorose, generalmente guariscono più lentamente rispetto ad ulcere traumatiche delle medesime dimensioni.

Sebbene siano state annoverate molteplici condizioni associate a questa patologia e il riscontro di molteplici fattori stimolanti nella comparsa delle lesioni il meccanismo eziopatogenetico non è tutt’oggi noto.

Fra questi fattori coinvolti vi sono la predisposizione genetica, i disturbi immunologici, le infezioni batteriche o virali, le allergie alimentari, carenza di micronutrienti o vitamine, malattie sistemiche, squilibri ormonali, insulti meccanici locali e stress. Essendo sconosciuta la causa, non esiste una terapia risolutiva, per cui normalmente ci si avvale solo di terapie mirate a diminuire i sintomi.

Un’indagine più approfondita del microbioma orale associato a tale condizione patologica permette un approccio più mirato al problema.

Studi scientifici dimostrano come lo squilibrio della popolazione batterica orale, valutato analizzando campioni di saliva e di placca prelevata dalla mucosa orale, sia un fattore associato a questa patologia.

L’abbondanza relativa di S.Salivarius all’interno della flora batterica presente sulla mucosa orale é risultato essere un fattore protettivo, mentre grandi quantità di A.Johnsonii sembrerebbero correlate ad un aumento del rischio di sviluppare episodi di aftosi.

É stato scoperto, sostanzialmente, che in pazienti affetti da stomatite aftosa ricorrente aumenta il il numero di microrganismi appartenenti a specie raramente presenti in quantità significative nel cavo orale (l’elenco dettagliato di tali specie é fornito nell’articolo full text).

Inoltre si osserva la riduzione del numero di S.Salivarius e l’aumento di A.Johnsonii. Per ciò che concerne il meccanismo patogenetico relativo a queste ultime due specie, é stato scoperto che A.Johnsonii possiede una elevata tossicitá antigenica specifica . A.Johnsonii sostanzialmente inibisce la proliferazione di fattori protettivi in modo dose-dipendente. Questi dati permettono di sviluppare nuovi target diagnostico e terapeutico per tale patologia.

Una delle terapia attualmente in fase di ricerca e che apparentemente presenta risultati immediati è l’utilizzo dell’ozono terapia o di olio ionizzato.

L’utilizzo dell’olio ionizzato riduce sia le lesioni aftosi ma migliora anche condizioni ricorrenti di Herpes labiale, candidosi orale e cheilite angolare. Inoltre nessun effetto tossico o collaterale è stato riscontrato nei pazienti sottoposti al trattamento.

 

FULL TEXT disponibile

“Mucosal and salivary microbiota associated with recurrent aphthous stomatitis”

Kim et al. BMC Microbiology (2016)

“Efficacy of ozonized olive oil in the management of oral lesions and conditions: A clinical trial.” Contemp Clin Dent. 2016 Jan-Mar Kumar T1, Arora N2, Puri G3, Aravinda K3, Dixit A3, Jatti D3.