Nelle malattie intestinali ad eziopatogenesi infiammatoria (IBD) sono incluse un ventaglio di malattie che variano dalla colite ulcerosa (UC) alla malattia di Crohn (CD) (1). L’IBD colpisce circa 1,5 milioni di americani e l’incidenza sembra aumentare in tutto il mondo (2).

L’incidenza di IBD nell’Europa occidentale nel 2012 (CD: 6.3 / 100.000, UC: 9.8 / 100.000) è stata doppia rispetto all’Europa orientale (CD: 3.3 / 100.000; UC: 4.6 / 100.000) (3).La UC è una condizione debilitante di infiammazione cronica del colon che porta ad una significativa morbilità sia negli adulti che nei bambini (4) ed è caratterizzata da uno stato infiammatorio superficiale del colon.

Tra i sintomi della Colite Ulcerosa abbiamo una diarrea mucosa a contenuto ematico. Il Morbo di Crohn è una malattia cronica infiammatoria che può colpire una regione più diffusa del tratto digerente, dalla bocca all’ano, anche se più comunemente si riscontra tra il colon e l’ileo terminale.

Questa patologia oltre alle variazioni del bioma intestinale e orale, può presentare osteomi multipli siti a livello mandibolare e riscontrabili in ortopantomografia. Questa evidenza radiologica può anticipare la poliposi multipla intestinale.Fino al 75% dei pazienti può presentare una malattia del ileo con o senza coinvolgimento del colon (8).

La CD può essere riscontrata nell’infanzia, dove in genere colpisce prevalentemente il tratto gastrointestinale (al di là del colon e / o della malattia orale o perianale), si caratterizza per la sua rapida progressione, portando a gravi ripercussioni nello sviluppo della malattia (9). I sintomi del CD sono più sottili e vari, in parte a causa dello stato infiammatorio presente nelle diverse locazioni anatomiche.Il sintomo più comune è il dolore addominale (10).

Tuttavia, ci sono altri sintomi associati, come la diarrea, scarso appetito e la perdita di peso. Questi sintomi sono presenti in quasi l’80% dei bambini e degli adolescenti con IBD.La patogenesi di IBD è attualmente oggetto di studi approfonditi perché  coinvolge una risposta infiammatoria e persistente ai microbi intestinali commensali e alle sue implicazioni con i microbi orali.Le patologie infiammatorie intestinali colpiscono Individui geneticamente sensibili, è stato dimostrato come questa patologia sia il risultato di una complessa interazione tra i fattori genetici, immunologici, microbiologici e ambientali.

Il microbiota orale comprende un grande serbatoio di batteri di oltre 700 specie o filotipi ed è profondamente rilevante per comprendere lo stato tra salute e malattia (78, 79). I pazienti che soffrono di IBD mostrano spesso frequenti sintomi orali come la stomatite aftosa, ulcere orali, xerestomia, suggerendo la stretta associazione tra microbiota orale con tali manifestazioni.Tuttavia, è ancora limitata l’informazione sul microbiota orale in pazienti affetti da IBD (82).

Un recente studio ha dimostrato che il genere Bacteroidetes ( batteri gram – ) è notevolmente aumentato con una diminuzione contemporanea di proteobatteri nel microbiota salivare dei pazienti affetti da IBD. I generi dominanti risultano essere Streptococcus, Prevotella, Neisseria, Haemophilus, Veillonella e Gemella. Questi batteri contribuiscono in gran parte alla disbiosi osservata nel microbiota salivare dei pazienti affetti da IBD (82).

Numerosi studi fanno notare come la disbiosi orale sia fortemente associata con una risposta infiammatoria elevata, con conseguente attivazione di diverse citochine, e diminuzione del lisozima salivare o addirittura assente nella saliva dei pazienti affetti da IBD.Ad esempio, gli autori dello studio hanno mostrato una forte correlazione tra i livelli di lisozima e IL-1b e l’abbondanza relativa di Streptococcus, Prevotella, Haemophilus e Veillonella.

C’è chiaramente la necessità di ulteriori studi sul microbiota orale dei pazienti affetti da IBD, e ci sono anche alcune questioni che devono essere risolte, come possibili differenze tra CD e UC, e sull’influenza di altri fattori quali età, dieta e farmaci sulla disbiosi microbica associata a IBD. I nostri dati mostravano chiaramente una differenza significativa nella composizione del microbiota salivare tra HC ( human control group ) e pazienti affetti da IBD.

I cambiamenti nella composizione del microbiota orale sono stati osservati anche in molte manifestazioni orali come la carie dentale, la parodontite, il carcinoma orale squamoso. Inoltre, vari componenti del microbiota orale sono stati implicati in malattie sistemiche come la malattia pancreatica compreso il cancro al pancreas, l’ aterosclerosi, la batteriemia, l’endocardite.

La struttura della comunità batterica alterata nel microbiota intestinale dei pazienti affetti da IBD è un riscontro comune rispetto a quello di soggetti sani.Questi dati suggeriscono che la portata dei cambiamenti nel microbiota salivare è inferiore a quella del microbiota intestinale dei pazienti affetti da IBD, ma che può diventare un importante fattore prognostico.

I dati della ricerca hanno indicato un significativo aumento del genere Prevotella nel microbiota salivare di pazienti affetti da IBD, in cui la relativa abbondanza era quasi equivalente alla diminuzione del genere Streptococcus, che normalmente è il genere più rappresentato nel microbiota salivare di un paziente sano.

Prevotella è un gram negativo, anaerobio obbligato e un membro del genere prevalente nel microbioma umano. Questi dati suggeriscono che l’aumento di Prevotella, con diminuzione contemporanea di Streptococcus, è chiaramente correlato con fisiologie anormali nei pazienti affetti da IBD e come il dosaggio orale sia un fattore diagnostico sempre più significativo nelle diagnosi sistemiche.Inoltre sono state rivelate forti correlazioni tra alcuni bio-marcatori infiammatori e le composizioni microbiotiche salivari. Riduzione lisozima, ed elevati livelli di IL-1β, IL-8, IgA .Infine, è ancora sconosciuto se lo stato infiammatorio nella cavità orale dei pazienti affetti da IBD sia la causa o la conseguenza degli squilibri nel microbiota salivare. Inoltre sarà da determinare quali tra le risposte immunitarie, locali (la cavità orale) o sistemiche (l’intestino) siano responsabili per le disbiosi osservate nel microbiota orale. Il microbiota dell’intestino umano è gradualmente sagomato e il suo assemblaggio matura in pochi anni dopo la nascita,

con cambiamenti temporali nelle diversità e nel rango di specie dominanti in gran parte determinati dalla dieta e dallo stato fisiologico dell’ospitante.Il microbiota salivare risulta essere simile al microbiota intestinale. Dal momento che oltre 1000 ml di saliva ogni giorno vengono prodotti nell’adulto medio e scorrono nel tratto gastrointestinale. Pertanto, si può ipotizzare che il microbiota salivare influenza lo sviluppo del microbiota intestinale. Per valutare questa ipotesi è necessario studiare la progressione del microbiota salivare infantile e dello stato infiammatorio orale.

Ulteriori studi che pongono a confronto il microbiota salivare tra IBD e altre malattie forniranno fonti informative per la scoperta di biomarcatori salivari non invasivi specifici per l’IBD rivoluzionando le metodiche diagnostiche. Ad oggi tuttavia non abbiamo un agente etiologico univoco responsabile per l’IBD inoltre il fatto che l’IBD può verificarsi in diverse posizioni del tratto gastrointestinale che sono selettive per le diverse popolazioni microbiche suggerisce che sembra improbabile che possiamo trovare un solo agente.

Al contrario, molti batteri diversi possono avere modi simili di interazione con l’epitelio e il sistema immunitario del tratto gastrointestinale e possono sfruttare o indurre una risposta immunitaria alterata.La disbiosi del microbioma orale associata a IBD rimane un campo emergente di ricerca sempre più interessante per i suoi sviluppi e per le opportunità diagnostiche degli operatori orali.

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Revisione letteratura:  Prof.Luca Viganò