Normalmente siamo abituati a prestare poca attenzione alle nostre orecchie: le puliamo al mattino, le rivestiamo di orecchini come se ci fossero state messe ai lati della testa al solo scopo di farci sentire cosa succede intorno a noi, ed esaurito questo compito essere trasformate in lampadari pieni di pendenti.

La realtà è che le nostre orecchie svolgono funzioni che spesso nemmeno ci immaginiamo. Queste interazioni erano già state identificate, al tempo degli Egizi, come in realtà il comparto auricolare sia  un organo riflessogeno, un organo al quale sono collegate le diverse parti del nostro corpo. I contemporanei di Tutankamen e Nefertiti avevano, già capito che, se si agiva su determinate parti dell’orecchio, si poteva ottenere una reazione sulle aree del corpo collegate proprio a esse.

Ulteriori testimonianze, circa l’auricoloterapia, sono contenute nei canoni di medicina cinese Huangdi Nei Jing (risalenti a più di 2000 anni fa) al cui interno, nel capitolo Kou Wen Pien di Ling Shu, si legge: “L’orecchio è il luogo in cui si incontrano tutti i canali”.

Avvicinandoci alla cultura occidentale, nel IV secolo a.C., lo stesso Ippocrate, il padre della medicina moderna, curava la sterilità con delle incisioni in una particolare zona dell’orecchio.

Per migliaia di anni questa pratica venne accantonata, fino a quando, nel 1951, il medico di Lione, Paul Nogier, si accorse che alcuni suoi pazienti, affetti da tempo da una dolorosa lombo-sciatalgia, arrivavano nel suo studio dritti come dei fusi e senza lamentare più alcun male alla schiena; tutti questi pazienti avevano una caratteristica comune: presentavano una piccola e curiosa cicatrice nella stessa area del padiglione auricolare.

Stupito, il dottor Nogier chiese loro cosa gli fosse successo e cosa fosse quella piccola bruciatura che avevano nell’orecchio; scoprì, in questo modo, che tutte quelle persone erano state da una guaritrice marsigliese, madame Barrin, che cauterizzava loro quella parte dell’orecchio, liberandoli finalmente dal mal di schiena. Non è casuale che la guaritrice fosse marsigliese ossia della città con uno dei maggiori porti del Mediterraneo, perché alcune fonti riportano che, in Corsica, le cauterizzazioni dell’orecchio venivano praticate dai maniscalchi per guarire proprio alcuni tipi di sciatalgie.

Essendo impossibile risalire, da un punto di vista antropologico-culturale, al modo di diffusione dell’auricoloterapia, bisogna accontentarsi di questi scarni dati dai quali presero le mosse gli studi di Paul Nogier che si concretizzarono, nel 1956, nella pubblicazione di un manuale che spiegava in che modo leggere l’orecchio, utilizzandolo come strumento di cura.

Nogier, constatando come la parte cauterizzata del padiglione auricolare fosse sempre la stessa in tutti i suoi pazienti, non impiegò molto a capire che proprio nell’orecchio fosse rappresentata una parte della colonna vertebrale.

Incuriosito ed entusiasmato dalla sua scoperta, il medico francese iniziò a studiare per cercare di trovare tracce di questa particolare tecnica di cura nei libri di medicina (trovando i primi riscontri in Ippocrate); contestualmente si dedicò alla “ricerca sul campo”, o meglio, sull’orecchio dei suoi pazienti e, presto, constatò che i medesimi punti dolorosi nel padiglione riflettevano patologie nei medesimi distretti del corpo.

In base alle sue osservazioni, giunse, infine, a compilare una vera e propria mappa dell’orecchio in cui alla zona dolorosa corrispondeva una particolare patologia:

Con la pubblicazione del volume, che racchiudeva il risultato dei suoi anni di studio, Paul Nogier presentò anche quella che, a tutti gli effetti, era una completa proiezione del corpo umano all’interno del padiglione auricolare.

 Dai giorni degli studi del dottor Nogier, molte cose sono cambiate, molti aspetti dell’auricoloterapia sono stati affinati e resi ancor più efficaci e, oggi, usiamo questa particolare tecnica per favorire il benessere dei nostri pazienti in odontoiatria.

Anche la bocca è logicamente rappresentata nello schema base dell’auricoloterapia:

L’auricoloterapia, in campo odontostomatologico, è molto efficace in questi casi specifici:

  • come antidolorifico, dopo gli interventi di chirurgia nel cavo orale
  • come ansiolitico, prima, durante e dopo gli interventi
  • come inducente il sonno, la notte precedente
  • come analgesico per piccoli interventi orali, invece che eseguire la classica anestesia
  • come miorilassante, durante la manipolazione dell’ATM

 

In particolare nei pazienti ansiosi, in quelli spaventati alla sola idea di accomodarsi sulla poltroncina del dentista, l’effetto ansiolitico, prodotto dal posizionamento di un minuscolo magnete (o di un piccolo ago) nella zona giusta del padiglione auricolare, si è rivelato molto efficace.

Il materiale è contenuto all’interno di una scatola magica; si tratta di una piccola scatola di legno, un cofanetto, al cui interno sono presenti i ‘ferri’ del mestiere: aghi (alcuni sono quelli classici dell’agopuntura, altri sono i micro aghi realmente utilizzati), magneti, palpeur e pennarello per poterli applicare.

A seconda, del paziente, da trattare, sono presenti diversi diversi protocolli, tenendo presente che l’ago o il magnete, collocato nella sua specifica zona del padiglione auricolare, aiuta la persona a liberare il flusso energetico, a riattivare le cellule, a mantenere alto il livello vitalizzante corporeo.

 

 

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Per chi è ansioso si agisce su questa zona:

Per le cure dentali in analgesia, si colloca ago o magnete nella specifica posizione identificata dopo avere esercitato una lieve pressione di stimolazione sul dente che si deve curare al paziente e avere ricercato la zona riflessa nel padiglione auricolare.

Il più importante uso dell’auricoloterapia, in odontoiatria, è come coadiuvante nel diminuire il post operatorio dopo i grandi interventi chirurgici di riabilitazione. Ci siamo resi conto come i pazienti, che manifestano sintomi come dolore, gonfiore, edema o altro, siano veramente una minima parte, questo grazie alle particolari tecniche chirurgiche, a bassa traumaticità, e all’oculato uso di farmaci associati alla stimolazione precisa (la ricerca dei punti nel padiglione auricolare viene affettata mediante l’uso di particolari occhiali ingranditori) delle regioni dell’orecchio, sede riflessa delle zone operate in bocca.

 

Abbiamo scelto di proporre questo metodo in coerenza con i principi dell’odontoiatria biologica e della medicina olistica. Evitare per quanto possibile l’assunzione di farmaci e considerare il corpo come un tutto unico, perfettamente, interconnesso.

Ricordando che il dovere di ogni medico è uno e uno solo: favorire il benessere, dei pazienti, nel modo più efficace possibile.

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Autore :    Dr. P. Massaiu