L’abrasione da spazzolamento: il ruolo dell’RDA nella scelta del dentifricio.

 

L’abrasione da spazzolamento: il ruolo dell’RDA nella scelta del dentifricio.

Introduzione

Il professionista del settore dentale, che sia odontoiatra o igienista dentale, ha il compito di gestire in studio le varie problematiche relative alle affezioni oro-dentali e di fornire i giusti consigli affinchè il paziente possa incrementare la propria adherence finalizzata alla prevenzione e mantenimento customizzato. La vasta gamma di prodotti reperibili in commercio presenta formulazioni estremamente varie per poter incontrare le esigenze di ogni singolo individuo. In particolare, il settore delle paste dentifricie accoglie ormai la richiesta di prodotti non solo curativi in relazione ad esigenze mirate alla protezione delle carie, la riduzione della sensibilità o il sanguinamento gengivale. L’esigenza di un prodotto cosmetico con funzione sbiancante, lucidante, smacchiante, ma allo stesso tempo delicato e poco abrasivo ha conosciuto un significativo incremento.

Per valutare l’abrasività di un dentifricio, nel 1976 l'American Dental Association sviluppò il metodo RDA, dall’acronimo Relative Dentin Abrasivity, che divenne lo standard per la misurazione in laboratorio dell'abrasività. Si prese come riferimento un valore numerico che potesse definire il grado di durezza del dentifricio, distinguendo un RDA basso quando il valore è tra i 60 e i 70, medio tra i 71 e i 100, moderato tra i 101 e i 120, ed alto tra i 121 e i 250. Anche se non largamente diffuso, questo indice è tutt’ora impiegato, ma la sua reperibilità sui packaging delle paste dentifrici non è globalmente diffusa e regolata da leggi.

Inoltre, nel 1995 l'International Standards Organization (ISO) adottò un metodo standard internazionale per misurare l'abrasività del dentifricio, ed affermò che un dentifricio non deve superare un RDA di 250, che è considerato il limite di sicurezza per i tessuti duri, e che il dentifricio con un valore RDA inferiore a 250 è sicuro per l'uso quotidiano. Pertanto, la soglia riconosciuta come limite di sicurezza, definisce qualsiasi dentifricio con RDA ≤ 250 sicuro per tutta la vita utile.

Attualmente, è stato sviluppato un nuovo parametro di riferimento per definire l’abrasività del dentifricio, ed è indicato dal REA (Relative Enamel Abrasivity), ovvero abrasività relativa dello smalto, che comprende parametri di valutazione differenti e con modalità diverse. Il metodo prevede anche la valutazione della capacità di liberare ioni fluoruro, calcio e idrossido di potassio dallo smalto coronale, quindi fornisce un’analisi ben più specifica rispetto all’RDA.

 

Il ruolo dell’abrasività nell’igiene domiciliare

Le paste dentifrice hanno l’importante scopo di rimuovere la placca dentale e le macchie superficiali durante lo spazzolamento quotidiano. Un dentifricio contenente agenti abrasivi risulta essere uno strumento importante per la salute generale e l'aspetto dei denti ed suoi principali effetti di pulizia sono dovuti all'azione meccanica sulla superficie dei denti. Tra gli abrasivi più comuni troviamo la silice idrata, il carbonato di calcio, il metafosfato di sodio, l’allumina ed il fosfato bicalcico diidrato.

La rimozione della placca dentale è importante per aiutare a prevenire la progressione di varie malattie ad essa correlate. La placca è una comunità organizzata di microrganismi che si forma in un biofilm quasi incolore e aderente. E’ disposta sulla superficie della lingua e su tutte le superfici dure nella cavità orale. La sua composizione è estremamente variabile comprende batteri commensali e patogeni, i quali predispongono l’ospite a varie malattie ad eziologia batterica come la carie, l’infiammazione gengivale, la parodontite, e se non rimossa regolarmente con l’azione meccanica dello spazzolino e con l'uso di un dentifricio idoneo, questa calcifica in tempi variabili formando depositi di tartaro dannosi per il dente e il parodonto. Pertanto, la corretta tecnica di igiene orale domiciliare, oltre a rimuovere l'accumulo di placca in modo più efficiente, ha anche lo scopo di evitare la calcificazione e rimuovere i pigmenti sulla superficie dei denti in relazione ai vari alimenti, bevande e prodotti del tabacco. Il dentifricio ad alta abrasività sarà quindi utile nella prevenzione di pigmentazioni estrinseche, in particolare se associato all’utilizzo di spazzolini roto-oscillant, tuttavia le macchie estrinseche ormai depositate sulla superficie dello smalto, possono essere rimosse solo attraverso il polishing eseguito dal professionista dentale, con l’utilizzo strumenti rotanti con rotazioni superiori a 10000 RPM e l’ausilio di inserti con setole sintetiche o gomme siliconiche, insieme all’azione abrasiva di paste da profilassi con RDA superiore ai 250.

Nella valutazione del fenomeno di usura, non si fa riferimento solo al parametro dell’RDA, ma si analizzano principalmente tre fattori:

-l'abrasione, causata dall'interazione dei denti con altri materiali come dentifrici, spazzolini e paste lucidanti;

l’attrito dal contatto dente a dente;

l’erosione dovuta dall’usura in seguito all’esposizione a fattori che portano acidità all’interno del cavo orale. Per limitare i fenomeni responsabili di usura dovuti dalle paste dentifrice, sono stati aggiunti dei particolari additivi che contrastano gli effetti abrasivi da spazzolamento. Infatti, in uno studio condotto in dal reparto di parodontologia in Svezia (Gunnar Johannsen, et al. 2013), è stato dimostrato che l'aggiunta di olio di silicone al dentifricio ha ridotto il tasso di abrasione e ha reso la superficie del materiale trattato più liscia rispetto allo spazzolamento con un normale dentifricio. L’erosione può anche essere in qualche modo prevenuta attraverso gel ad alta concentrazione di fluoro, tuttavia, è stato riscontrato che un semplice dentifricio fluorato fornisce una protezione minima e che un dentifricio contenente fluoruro stannoso stabilizzato è significativamente più protettivo contro l’erosione rispetto ad altri tipi di dentifrici fluorurati.

Nel sopracitato articolo condotto nell’Università Scandinava, sono state eseguite delle ricerche cliniche e sperimentali riguardanti le interazioni tra usura, abrasione ed erosione del dente, per valutare il livello di abrasione dei dentifrici. In questo studio sono state svolte delle analisi sia qualitative che quantitative, in cui la misurazione qualitativa esaminava il valore di ruvidità (Ra), ovvero la rugosità prodotta dal dentifricio e i valori di riflessione della luce da parte dello smalto; la misurazione quantitativa invece, analizzava il livello di abrasione (RDA) come perdita di peso e volume dello smalto. Questo ha permesso di valutare se i dentifrici con un maggior contenuto di fattori abrasivi potessero causare più o meno danni sulla superficie del dente, ed è stato infatti appurato che le normali abitudini di spazzolamento con dentifrici conformi allo standard ISO (11609), nell'arco di una vita utile, non causano praticamente nessuna usura a livello dello smalto, e un’abrasione clinicamente insignificante della dentina.

In un altro studio condotto in India nel 2015 invece, è stato possibile osservare in che modo i diversi tipi di spazzolino manuale con setole morbide, medie e dure, agiscono sui fenomeni di usura. Per la misurazione dell’abrasività superficiale è stato utilizzato il profilometro, un dispositivo che può misurare i valori medi di rugosità (Ra) per ciascun profilo. L'obiettivo era quello di valutare in vitro di il ruolo dei diversi tipi di spazzolini da denti nel processo di nell'abrasione, usato in combinazione con e senza a dentifricio.

Il risultato potrebbe sorprendere i sostenitori dello spazzolino soft, in quanto è stato valutato che le setole degli spazzolini morbidi, avendo maggiore flessibilità, ricoprono un’area di contatto con la superficie spazzolata maggiore, portando ad un aumento dei usura della superficie. Inoltre, la maggiore flessione delle setole degli spazzolini più morbidi conserva anche maggiori quantità di dentifricio che, insieme ai suoi agenti abrasivi, porterebbero ad un aumento dei valori di rugosità e di perdita di volume dello smalto. D’altro canto, è stato anche dimostrato che l’utilizzo dello spazzolino con setole rigide, utilizzato solo con acqua, conduce ad un’abrasione maggiore, mentre se utilizzato con un’esigua quantità di dentifricio, produceva la stessa usura degli altri spazzolini presi in esame.

Entrambi gli studi citati, hanno considerato il fatto che i risultati ottenuti presentassero il limite, essendo eseguiti in vitro, di non poter valutare l’azione protettiva esercitata dalla saliva all’interno del cavo orale, la quale grazie al suo continuo lavaggio e all’effetto tampone, riduce i fenomeni erosivi. Infatti durante la prima mezz’ora che segue un pasto, in particolare dopo l’assunzione di cibi o bevande acide, si osserva un decremento del pH all’interno del cavo orale che porta ad un “ammorbidimento” dei tessuti duri, e se si esegue lo spazzolamento prima che si sia ristabilito il livello di acidità, si vanno a creare danni di tipo erosivo ed abrasivo sui denti. Inoltre, lo strato di patina protettiva che si crea sul dente ha anche un effetto remineralizzante, il quale funge non solo da barriera contro i fenomeni erosivi, ma ripristina costantemente i piccoli danni nella salvaguardia dei tessuti duri, in particolare dello smalto e della dentina.

In seguito a queste analisi, viene confermata la teoria secondo cui l’abrasione è di eziologia multifattoriale, sono numerosi i fattori che contribuiscono al processo di usura dei denti, tra cui l’alimentazione, il bruxismo, e la riduzione eccessiva del pH della cavità orale per via di problemi di salute. Ma non solo, bisogna anche considerare quelle variabili soggettive, come la tecnica di spazzolamento spesso errata, la durata e la frequenza, ma anche il tipo di spazzolino, spesso usurato e non più idoneo, e la rigidità delle setole.

Dal momento che tutti i dentifrici in commercio soddisfano lo standard di un RDA inferiore a 250, possono essere considerati sicuri per tutta la durata di utilizzo. Per mitigare il rischio di usura dei denti, è fondamentale l’intervento dell’igienista dentale, in grado di sviluppare assieme al paziente le migliori tecniche da adottare per una corretta igiene orale domiciliare in modo da guidarlo verso l’utilizzo di strumenti studiati per ridurre i danni da spazzolamento. In particolare, sono stati creati spazzolini elettrici che sono ormai dotati di sensore di pressione per evitare uno spazzolamento aggressivo, vari tipi di testina permettono di personalizzare il tipo di setola in base alle singole esigenze, e l'uso della tecnologia Bluetooth ha dato ai pazienti strumenti più precisi e micro invasivi per il monitoraggio ed un costante feedback sulle loro tecniche di spazzolamento.

Un altro passo importante è la valutazione dello stile di vita, dello stato di salute generale, delle abitudini viziate e quelle alimentari. Infatti i fattori che aumentano il rischio di usura dei denti includono la dieta ricca di alimenti e bevande acide, in particolare gli agrumi, o bevande alcoliche, zuccherate e gassate che devono essere ridotti da chi soffre già di problemi di abrasioni. La collaborazione con gli specialisti sarà poi utile nella gestione di problematiche riguardanti la salute generale come il reflusso gastroesofageo, disturbi gastrointestinali o la bulimia nervosa, responsabili di problematiche a livello del cavo orale.

Possiamo quindi affermare che la valutazione dell’RDA nella scelta del dentifricio, possa essere un fattore non trascurabile ma allo stesso tempo marginale e che il ruolo del professionista dentale sia una guida fondamentale per la preservazione dei tessuti dentali e il conseguente integrale benessere del paziente.

 

Dott.ssa Chiara Rubiu.

Revisione della letteratura a richiesta.

 

Bibliografia

  1. Elmazi V, Sener B, Attin T, Imfeld T, Wegehaupt FJ. Influence of the Relative Enamel Abrasivity (REA) of Toothpastes on the Uptake of KOH-soluble and Structurally Bound Fluoride. Oral Health Prev Dent. 2015;13(4):349-55. doi: 10.3290/j.ohpd.a32665.
  2. Gunnar Johannsen, Georg Tellefsen, Annsofi Johannsen & Anders Liljeborg. The importance of measuring toothpaste abrasivity in both a quantitative and qualitative way. Acta Odontologica Scandinavica, 2013; 71: 508–517.
  3. Pamela Maragliano-Muniz, DMD. Protected by a safe RDA: Setting the record straight about toothpaste abrasivity. December 13, 2016. Available at http://www.rdhmag.com/articles/print/volume-36/issue-12/contents/protected-by-a-safe-rda.html. 07.12.17.
  4. Sandeep Kumar, Siddharth Kumar Singh, Anjali Gupta, Sayak Roy, Mohit Sareen, Sarang Khajuria. A Profilometric Study to Assess the Role of Toothbrush and Toothpaste in Abrasion Process. J Dent Shiraz Univ Med Sci., 2015 September; 16(3 Suppl): 267-273.