Un focolaio di polmonite, differente per modalità e manifestazioni cliniche, ha avuto origine nella città di Wuhan alla fine del dicembre 2019. L’infezione da polmonite si è rapidamente diffusa da Wuhan alla maggior parte delle altre province e di altri 24 paesi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica di preoccupazione internazionale per questo focolaio di polmonite globale solo il 30 gennaio 2020.

I sintomi clinici tipici dei pazienti che soffrivano della nuova polmonite virale erano febbre, tosse e mialgia o affaticamento con TC toracica anormale, e i sintomi meno comuni erano produzione di espettorato, mal di testa, emottisi e diarrea. Questo nuovo agente infettivo ha maggiori probabilità di colpire i maschi più anziani e causare gravi malattie respiratorie. Alcuni dei sintomi clinici erano diversi dalla sindrome respiratoria acuta grave (SARS) causata dal coronavirus SARS (SARS-CoV) verificatosi nel 2002-2003. Ricercatori cinesi hanno rapidamente isolato il nuovo virus e sequenziato il suo genoma (29.903 nucleotidi). L’agente infettivo di questa polmonite virale che si stava verificando a Wuhan è stato definitivamente identificato come un nuovo coronavirus (2019-nCOV), il settimo membro della famiglia dei coronavirus che infettano l’uomo. L’11 febbraio 2020, l’OMS ha nominato questa nuova polmonite virale con l’acronimo “Corona Virus disease (COVID19)”, mentreil Comitato internazionale per la tassonomia dei virus (ICTV) lo ha denominato “SARS-CoV-2” derivazione da un punto sia filogenetico che tassonomica.

I professionisti che operano all’interno dello studio odontoiatrico dovrebbero avere familiarità con la diffusione del COVID-192019-nCoVal fine di prevenirne la trasmissione.

Quindi si raccomanda misure di controllo degli studi odontoiatrici, in particolare considerando il fatto che aerosol e nebulizzazione sono stati considerate le principali vie di diffusione del virus. Le nostre raccomandazioni si basano sulle Linee guida per la diagnosi e il trattamento della polmonite da coronavirus.

Indipendentemente dal COVID-19:

Sono pochi gli studi in letteratura scientifica che hanno valutato le misure per prevenire le infezioni in ambito odontoiatrico.

Un recente studio tedesco ha messo in luce che una percentuale superiore al 90% degli odontoiatri indossa mascherine, occhiali, guanti e mette a disposizione distributori disapone o disinfettante gel per i pazienti. Questi risultati incoraggianti in realtà riguardano un singolo lavoro scientifico in un’area molto ristretta della Germania.

Non si conoscono quindi le stime a livello globale. Un recente lavoro, condotto sugli ambulatori odontoiatrici a livello ospedaliero ha messo in evidenza che effettivamente esistono delle aree critiche, dove la contaminazione microbica rimane alta.

Le parti interessate sarebbero: computer (53%), dispositivi elettromedicali portatili  (37%), smartphone (36%).

Attraverso l’analisi di alcune pubblicazioni internazionali, vogliamo proporre un decalogo di quello che potrebbe essere a livello odontoiatrico il comportamento da adottare in caso di epidemie.

Anamnesi: se il paziente è stato di recente in aree geografiche a rischio, o presenta una condizione febbrile accompagnata da tosse, non effettuare alcun trattamento.

Effettuare in ogni caso solo trattamenti urgenti o non procrastinabili.

Sala d’attesa: evitare di far entrare più di un paziente per volta. Invitare il paziente in entrata e in uscita a disinfettarsi le mani con gel a base alcoolica. É stato stimato, da uno studio pilota, che 3 ml  di soluzione alcoolica, spalmata sulle mani e frizionata per 15 secondi è sufficiente per abbassare la carica microbica di oltre il 98%. Ricordiamo che il COVID-19 sopravvive sulla plastica o superfici similari non disinfettate per 72 e la sua carica si dimezza dopo 7h. Sull’acciaio sopravvive per 48 h e dimezza la carica dopo 6h.

Sala operativa: oltre all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali a tutto il personale, è necessario disinfettare di volta in volta tutte le superfici della sala, anche quelle che di norma nonvengono utilizzate dal personale e non entrano in contatto col paziente.

Lavarsi le mani ad ogni cambio guanti, e tra un paziente e l’altro. Far arieggiare spesso le stanze, tra un paziente e l’altro con intervalli di alcuni minuti, per favorire il ricircolo dell’aria.

Segreteria: far indossare alla segretaria mascherine e guanti, disinfettare costantemente sedie, scrivania, computer.

Paziente in trattamento: oltre le misure di protezione di mascherine e occhiali per gli operatori,

deve essere eseguito sciacquo con collutorio. Generalmente sappiamo che un collutorio antimicrobico preoperatorio a base di clorexidina riduca il numero di microbi orali. Tuttavia, comeindicato dalle Linee guida per la diagnosi e il trattamento della nuova polmonite da coronavirus  pubblicato dalla National Health Commission della Repubblica popolare cinese, la clorexidina, che viene comunemente usata come collutorio nello studio dentistico, potrebbe non essere efficace per  uccidere COVID-19. A Tal fine come collutorio pre-procedurale sono raccomandati agenti come perossido di idrogeno all’1% o collutori contenenti ozono, iodopovidone allo 0,2%, allo scopo di ridurre il carico salivare dei microbi orali, incluso il potenziale trasporto COVID-19.

Riferimenti bibliografici

1. Heudorf U, Dehler A, Klenner W, Exner M. [Infection control and compliance with national recommendations among dentists in Frankfurt/M, Germany: results of a pilot project, 2005]. Bundesgesundheitsblatt Gesundheitsforschung Gesundheitsschutz. 2006 Jul;49(7):648-59. German. PubMed PMID: 16724234.

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