Una nutrizione adeguata è essenziale per mantenere una buona salute orale in quanto minerali come magnesio, calcio e fosforo costituiscono i principali componenti della struttura del dente e una loro carenza può comportare un aumento della tendenza al sanguinamento, riassorbimento osseo, mobilità e perdita prematura di elementi dentari. Una carenza di questi minerali essenziali è inoltre associata ad un’eruzione dentale ritardata e all’ipoplasia di smalto o dentina.

La mancanza di calcio e di vitamina D, A, B e C porta a ipomineralizzazione e riassorbimento osseo, cheilite angolare e patologie parodontali.

Il magnesio in particolare è di fondamentale importanza nel mantenimento della salute orale.

È un elemento essenziale per la stabilità della funzione cellulare, per la sintesi di RNA e DNA e per la riparazione cellulare oltre a mantenere lo stato antiossidante della cellula. Il magnesio è anche un importante cofattore necessario per l’attivazione di molti trasportatori ed enzimi: tutti gli enzimi che metabolizzano la vitamina D infatti sembrano richiedere magnesio, che agisce come cofattore

nelle reazioni enzimatiche a livello del fegato e dei reni.

Senza un adeguato apporto di magnesio, le ghiandole salivari non potrebbero rimuovere i residui di cibo in eccesso e fornire un ambiente basico per mitigare gli effetti della produzione di acido da parte dei batteri e il corpo non sarebbe in grado di produrre adeguatamente glutatione, un importante agente antinfiammatorio che combatte l’infiammazione di denti e gengive.

I denti non potrebbero più assorbire il calcio, che altrimenti penetrerebbe nelle gengive, calcificando e causando infiammazione e lo smalto mancherebbe di un costituente primario (ione magnesio).

Infine, il sistema immunitario non potrebbe attivare una delle sue principali armi: la vitamina D.

Il magnesio ha infatti un ruolo determinante nell’attivazione e nella funzione della vitamina D, che a sua volta aiuta a regolare il bilancio tra calcio e fosfato per influenzare la crescita e il mantenimento delle ossa.

Una particolare attenzione va al ruolo del magnesio nella remineralizzazione dello smalto, ben discusso nel testo “Magnesium Deficiency in the Pathogenesis of Disease, Early roots of cardiovascular, skeletal, and renal abnormalities” di Mildred S. Seelig: precedentemente si credeva che fosse il calcio a favorire una buona mineralizzazione ma studi più recenti hanno stabilito che è invece il magnesio il principale attore nella remineralizzazione, partecipando alla formazione e alla crescita dei cristalli di idrossiapatite; il consumo di calcio senza magnesio dà infatti come risultato uno smalto fragile, che non può resistere agli insulti degli acidi1.

Il consumo di calcio e fosforo senza assumere contemporaneamente magnesio, invece di rinforzare i denti, potrebbe avere l’effetto opposto: un gruppo di ricercatori dell’Università di Otago in Nuova Zelanda ha dimostrato infatti che è il magnesio, e non il calcio, a ridurre la presenza di carie.

La carenza di magnesio è associata a molte patologie, tra cui la parodontite: aumentati livelli sierici di magnesio, come riporta l’articolo “Magnesium Deficiency is Associated with Periodontal Disease” di Meisel e colleghi, sono stati significativamente associati ad una riduzione della profondità di sondaggio, ad una minore perdita di attacco, alla permanenza di più denti e ad un outcome migliore in seguito a procedure di scaling2.

Una dieta ricca di magnesio può quindi migliorare la salute parodontale e ridurre la perdita ossea caratterizzata dalla perdita dell’altezza della cresta alveolare, che potrebbe essere causata proprio da una deficienza di magnesio accompagnata dalla stimolazione di citochine proinfiammatorie.

Anche la vitamina D gioca un ruolo fondamentale nella salute parodontale grazie alle sue attività antinfiammatorie e immunomodulatorie. La vitamina D induce infatti la catelicidina (LL-37) nelle cellule dell’epitelio orale: una proteina sintetizzata durante gli stati infiammatori, tossica per alcuni microrganismi (lega e neutralizza il lipopolisaccaride), creando un effetto sia antimicrobico che antiendotossine: bambini con elevata attività cariogena presentano infatti bassi livelli di LL-37, che viene anche chiamato “il guardiano della cavità orale” (insieme ad altri peptidi antimicrobici). LL-37 riduce inoltre il rischio di gengivite. Singleton e colleghi, in uno studio pubblicato nel 2019, hanno riscontrato un’associazione tra deficienza di vitamina D materna e DMFT aumentato in bambini dai 12 ai 35 mesi.

La vitamina D ha un effetto diretto sul metabolismo osseo: esiste una significativa associazione infatti tra patologia parodontale, aumento della densità minerale ossea nella mandibola, riduzione del riassorbimento osseo alveolare e assunzione di vitamina D e calcio. L’assunzione di vitamina D a lungo termine riduce anche il rischio di perdita dentale.

Un interessante studio condotto da K.A. Bogges e colleghi e pubblicato nel 2011, ha evidenziato come carenze di vitamina D in donne in gravidanza siano associate a malattia parodontale; la sua mancanza, inoltre, influenza negativamente i risultati del trattamento, ritardando la guarigione post-chirurgica3.

È da tenere in considerazione anche il contributo del fosforo e del calcio sulla salute orale: l’equilibrio di questi due minerali nel rapporto corretto è vitale per mantenere la densità ossea ottimale e la salute dei denti.

Una leggera riduzione di magnesio provoca un aumento della ritenzione di calcio intracellulare mentre un eccesso di calcio influisce negativamente sull’assorbimento del magnesio: uno studio condotto da P.L. Lutsey e colleghi e pubblicato in The American Journal of Clinical Nutrition” nel 2014, ha correlato livelli bassi di magnesio sierico e alte concentrazioni di fosforo e calcio con un rischio maggiore di insufficienza cardiaca4.

Concentrandoci infine sulla dieta, i prodotti caseari come latte, formaggio e yogurt possono proteggere i denti contro la demineralizzazione e il loro consumo quotidiano è correlato ad un ridotto rischio di carie, anche negli anziani, in quanto il latte, avendo proprietà simili alla saliva, può rinforzare lo smalto che si è ammorbidito dopo l’esposizione a bevande acide (il latte contiene calcio, vitamina D, fosforo, riboflavina, vitamine del complesso B e vitamina A).

Il latte è però povero di magnesio e la dieta dovrebbe essere integrata con alimenti che ne sono ricchi, come le verdure a foglia verde, la quinoa o tramite integratori, prevenendo così la demineralizzazione dello smalto.

Le carenze di vitamine A, C ed E, legate alla produzione di specie reattive dell’ossigeno, sono correlate alla malattia parodontale, così come la carenza di acido folico. Cibi ricchi di vitamina D inoltre aiutano l’assorbimento di calcio e fosforo mentre cibi ricchi di acido fitico possono interferire con il metabolismo della vitamina D.

In conclusione, una buona salute orale non può essere raggiunta e sostenuta senza correggere le carenze nutrizionali.

Diversi studi hanno riportato l’importanza dei micronutrienti per mantenere una buona salute parodontale e hanno fornito alcune prove per dimostrare una relazione causale con la malattia parodontale. Tuttavia, è necessaria ulteriore ricerca in questo campo emergente.

Poiché la dieta gioca un ruolo modificante predominante nella progressione della malattia parodontale, tutto il team di cure odontoiatriche dovrebbe educare i pazienti su come una buona nutrizione influenzi le strutture di supporto dei denti e sull’importanza di consumare cibi ricchi di magnesio e vitamina D per la prevenzione della carie.

 

Bibliografia

  •  Mildred S. Seelig (1981), Magnesium Deficiency in the Pathogenesis of Disease, Early roots of cardiovascular, skeletal, and renal abnormalities, Ann. Intern. Med. 94: 552-552.
  • Meisel, C. Schwahn, J. Luedemann, U. John, H.K. Kroemer, T. Kocher (2005), Magnesium deficiency is associated with periodontal disease, J. Dent. Res. 84: 937–941.
  • A. Boggess, J.A. Espinola, K. Moss, J. Beck, S. Offenbacher, C.A. Camargo Jr. (2011), Vitamin D status and periodontal disease among pregnant women, J. Periodontol. 82: 195–200.
  • Lutsey PL, Alonso A, Michos ED, Loehr LR, Astor BC, Coresh J, Folsom AR. (2014), Serum magnesium, phosphorus, and calcium are associated with risk of incident heart failure: The Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC) Study. Am J Clin Nutr; 100(3):756-64

Per saperne di più:

https://doi.org/10.1016/j.jsbmb.2020.105636

Dorothea Bellini e Silvano Mucllari